Per quanto riguarda la maternità obbligatoria nel 2025, andiamo a vedere che cosa bisogna sapere in tal senso: da chi ne ha diritto fino all’importo che viene riconosciuto.
Come è noto, allo stato attuale delle cose mettere su famiglia è davvero molto, molto complicato. Ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione, a partire dalle difficoltà del mondo lavorativo, soprattutto per le donne, fino ad arrivare al potere di acquisto delle famiglie che sta scendendo sempre di più.
In tal senso, in termini di conquiste sociali fatte, non si può non annoverare come una delle più importanti la maternità obbligatoria. Si tratta di una misura, ovviamente, che viene confermata anche per il 2025, ma andiamo a vedere che cosa sapere.
Si tratta di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro che viene concesso alle donne ed ha una durata complessiva pari a 5 mesi. Andiamo a vedere, in tal senso, quali sono i paletti da tenere in considerazione da questo punto di vista, a partire da come si può strutturare questo periodo che viene concesso fino ad arrivare a quanto ammonta la cifra che viene riconosciuto in questo caso. Auguriamo per questo motivo una buona lettura a tutti.
Come detto, si tratta di un periodo di cinque mesi in cui la donna incinta deve astenersi dal proprio lavoro. Non ci sono eccezioni, dal momento che spetta a tutte coloro che si trovano a fare i conti con una gravidanza. Da questo punto di vista, però, c’è flessibilità, dal momento che le mamme possono decidere come usufruire di questi cinque mesi. Si può far iniziare due mesi prima rispetto alla presunta data del parto e farla finire tre mesi dopo il parto stesso, oppure si può andare in congedo un mese prima del parto e stare a casa nei quattro mesi successivi.
L’ultima soluzione è quella di far iniziare il congedo dopo il parto e di conseguenza i 5 mesi saranno goduti tutti dopo la nascita del bambino. In tal senso, è importante sottolineare un aspetto non di poco conto. In questo lasso di tempo non si riceverà lo stipendio, ma una indennità che paga INPS. Essa sarà pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera, calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga.
Spetta a tutte le lavoratrici, che siano dipendenti o anche apprendiste o stagiste. Sono incluse in questo discorso anche le lavoratrici domestiche e le colf, senza dimenticare le disoccupate o le sospese, come previsto dall’articolo 24 del citato Testo Unico maternità/paternità.
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